Conoscere il piede › Impronta plantare

 

Possiamo distinguere nell'impronta del piede normale: tallone, istmo, avampiede e dita. Secondo Villadot condivisa dal sottoscritto, l’impronta del piede normale deve avere le seguenti caratteristiche: il retropiede deve essere arrotondato, l'istmo deve essere 1/3 dell'avampiede che a sua volta con le dita deve essere ben rappresentato senza segni di iperpressione.

Sul retropiede si deve guardare la forma dell'impronta del tallone che deve essere a "goccia", qualora assuma una forma quadrata e con spigolo più pronunciato all’interno si può parlare di tallone valgo, il tallone varo invece è più evidente valutando visivamente il paziente in appoggio bipodalico o in caso di dubbi in appoggio monopodalico (tallone varo funzionale) dove si noterà una tendenza alla inversione del tallone con annullamento del valgismo fisiologico.

Dell'istmo si valutano le dimensioni e la forma, se la parte esterna è più pronunciata a livello della base del 5° metatarsale l'avampiede tende al varo. L’istmo deve avere le dimensioni di 1/3 di quelle dell’avampiede, se supera tali limiti si parla di piede piatto, se è inferiore il piede è cavo.

L’avampiede deve essere ben rappresentato, non ci devono essere zone di ipercarico,specie sotto le teste metatarsali perché queste sono sintomo di alterazione funzionale statica o dinamica di questa zona. Le dita devono essere tutte visibili, in particolare si dovrà notare l’impronta lasciata dalla testa (F1) di ogni dito.

Le criticità di una impronta sono tre:

Diagnosticare un piede cavo quando è solo pronato. Il piede pronato alcune volte si presenta con l’assenza dell’istmo alla impronta, questo quando si tratta di un piede talmente  pronato da avere il bordo esterno che non appoggia. Allora si deve rifare l'impronta mantenendo il tallone in posizione neutra.

Diagnosticare un ipercarico sotto le teste metatarsali quando si tratta solo di atrofia del pannicolo adiposo sottocutaneo presente specie negli anziani.

Diagnosticare una impronta patologica solo perché è asimmetrica. L’impronta normale fisiologica non necessariamente deve essere simmetrica.

1) Nel bambino piccolo fino a 7 anni circa l'impronta può essere asimmetrica, questo perché la maturazione (mielinizzazione) della radice nervosa S1 avviene in modo diverso per ogni arto inferiore e quando questa non è ancora matura il piede apparirà più debole cioè più piatto valgo. Cosa significa maturazione della radice S1? il nervo sciatico alla nascita non è completamente mielinizzato, questo processo avviene progressivamente e in modo asimmetrico nei 2 arti inferiori e in un periodo variabile in cui l’ultima radice del nervo ad essere mielinizzata è appunto S1. Esiste un test clinico per evidenziarlo che è il riflesso cutaneo plantare (Bourdiol).

2) La lateralità. Il piede dominante è spesso più debole, l’impronta può essere asimmetrica (questo a rigore non è ancora una condizione patologica è pur vero che è difficile trovare nella popolazione sana una impronta perfettamente simmetrica).

Pertanto saranno altre valutazioni da fare per diagnosticare una impronta patologica in base alla sua simmetria, qui proverò ad elencarne alcune:

pregresse distorsioni, traumi fratturativi o rotture di tendini che agiscono sulla volta plantare;

adattamento posturale di una gamba più corta o più lunga: il cavismo per allungare la gamba, il piattismo per accorciarla;

squilibrio posturale in lateralità da causa discendente;

piede a doppia componente di Bricot;

cedimento di una volta plantare spesso evidente in soggetti di media età obesi da ipotonia muscolare o lesione tendinea.